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Laboratorio di scritture e altre discipline

  • Immagine del redattoreRedazione

Per l’appuntamento con i libri rari e trascurati, accogliamo l’edizione italiana delle poesie di Juan Larrea, (1895-1980), Versione celeste (Supercoralli Einaudi 1969). Grande lettore di Gerardo Diego e Vicente Huidobro, fu archivista e bibliotecario, quindi si trasferì a Parigi, dove abbandonò la lingua spagnola per comporre in francese. Con l’amico César Vallejo fondò la rivista Favorables París Poema. Lo studio delle culture precolombiane lo portò a trasferirsi definitivamente in America dopo la Guerra Civile e a occuparsi di sola saggistica. La sua particolare immaginazione edificò una realtà alternativa a quella della crisi politica e intellettuale europea, scorse nelle Americhe di Rubén Darío la profetica rivelazione di un nuovo mondo.

Protagonista della Generazione del ‘27, grazie alla sua inclusione nella storica antologia di Gerardo Diego, fu presto tradotto in francese e italiano. Da molti fu considerato il più importante esponente dell’avanguardia spagnola, ascritto al surrealismo, che lui stesso dichiarò distante definendosi ultraista, ovvero un poeta che vuole andare oltre il reale. Nel 1990, quando l’autore era già un mito, la casa editrice Seix Barral pubblicò una selezione a cura di Pere Gimferrer del diario poetico, con il titolo di Orbe. Le traduzioni delle poesie che proponiamo provengono da Versione celeste e sono di Vittorio Bodini.



CELLE QUI CONÇOIT MES ESPOIRS


Pauvre bête sa langue n’arrivera jamais à dissiper le brouillard

elle est inachevée comme une église

elle est béante et triste

ses yeux vides pèsent moins que ses ténèbres

son seul papillon est la surface de son lait.


*


QUELLA CHE CONCEPISCE LE MIE SPERANZE


Povera bestia la sua lingua non arriverà mai a dissipare la nebbia

essa è incompiuta come una chiesa

è spalancata e triste

i suoi occhi vuoti pesano meno delle sue tenebre

l’unica sua farfalla è la superficie del suo latte


*


LIENS


N’être qu’un rien de terre mais melée à la chasse

des daims

une articulation

de souffle et de poussière


Avoir un gilet sans même une ombre de lierre

et quelque peu de soir entre les briques du coeur


*


LEGAMI


Non essere che un filamento di terra implicato nella caccia

dei daini

una combinazione

di alito e polvere.


Avere un gilè senza un’ombra di edera

e un po’ di sera fra i mattoni del cuore.


*


L’HOMME VU DE LA HAUTE MER


L’immobilité d’une fleur comme domicile

l’herbe comme occupation de toute une longue vie

au coeur des montagnes qui cherchent leurs printemps à tâtons

charmeuse et même rapace quoique engourdie

une volonté d’homme change de costumes aux couleurs


Fou du mauve il empaille soigneusemente ses sourires

matelot sans miroirs il se délaye dans

l’éloignement des musiques qui débarquent

le goût de la présence humaine au coeur de chaque ruisseau


Partageant l’innocente curiosité des pommes

il se dépouille des jours à mésure qu’il grandit

il s’arrache les oiseaux qui assombrissent son regard

sans savoir qu’il emportent avec eux dans la tombe

le trait le plus visible du caractère des soirs


*


L’UOMO VISTO DALL’ALTO MARE


L’immobilità d’un fiore come domicilio

l’erba come occupazione di tutta una lunga vita

nel cuore di montagne che cercano a tentoni la loro primavera

rapace e seduttrice per quanto intorpidita

una volontà d’uomo muta i costumi dei colori


Pazzo per il color malva egli impaglia accuratamente i suoi sorrisi

marinaio senza specchi si dissolve nel

dileguarsi di musiche che sbarcano

il gusto della presenza umana nel cuore di ogni ruscello


Condividendo l’innocente curiosità di una mela

egli si spoglia dei giorni a mano a mano che cresce

si strappa gli uccelli che incupiscono il suo sguardo

senza sapere che essi portano con sé nella tomba

il tratto più visibile del carattere delle sere

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