
Piergiorgio Viti vive nelle Marche, dove è professore di lettere. Nel 2011 ha pubblicato la prima raccolta, Accorgimenti (L’Arcolaio), mentre nel 2015, per Italic, è uscito Se le cose stanno così. Ha tradotto I preludi di Alphonse de Lamartine. Nel 2019, per Pequod, ha pubblicato Aperto per inventario. Suoi testi sono apparsi su periodici come «La Lettura», «Atelier» e «Poesia». Le poesie che proponiamo provengono da una raccolta inedita, bilanciata e ironica.
Non usciamo, oggi.
Stiamocene in casa, al caldo,
rimandiamo tutto a domani.
Facciamo del letto la nostra tana
e poi, via, in letargo,
come orsi lucertole tartarughe.
Ci sveglieremo, proprio come loro,
una volta finito l’inverno
e uscendo di casa
forse troveremo un mondo diverso,
dove nessuno ignora nessuno,
dove gli animali più feroci
si lasciano accarezzare
e tutti si scambiano un sorriso
da un finestrino,
anche quando fuori piove.
*
Mi piace mangiare cose schifose
quando non ci sei.
Mi piace pensare che tutto,
anche la vita, senza di te, faccia schifo.
Guardo là fuori, brutto tempo,
è buio e ho appena mangiato l’insalata russa.
Che vita da larva. E poi: che schifo l’insalata russa.
Che schifo l’autunno.
Che schifo stare sul divano e non trovarti.
Invece se ci fossi,
avrei mangiato di gusto,
avrei avuto le tue mani di vimini da intrecciare
e probabilmente
avrei pensato che la pioggia in fondo è bella,
perché i tetti diventano luccicanti
e la gente corre verso casa
a sussurrarsi delle frasi dolci,
mentre alla tv passano quel programma
dove gli americani fanno fortuna
comprando dei container.
Invece noi, la nostra fortuna
l’abbiamo fatta quel giorno
in cui mi hai detto Ecco le chiavi,
perché quella era anche casa mia…
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