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Poesia francese / René Char


Proponiamo un altro testo introvabile e importante, Poesia e prosa di René Char, nell’indimenticabile traduzione di Giorgio Caproni (edita da Feltrinelli e poi ripresa parzialmente da Einaudi), che certo ha contribuito ad amplificare la voce del poeta francese in Italia.

Morto nel 1988 a Parigi, Char ha esordito nella seconda generazione surrealista, salvo poi allontanarsi dal gruppo. L’esperienza della resistenza impresse sul poeta una necessità di «amare ferocemente i propri simili». Proponiamo qualche testo esemplare, avvertendo che Char è un poeta complesso, così sintetico da sembrare ermetico, disinvolto nel verso come nelle prose, fonte di brevi e austere illuminazioni.



IL RIGOGOLO


3 settembre 1939


Il rigogolo entrò nella capitale dell’alba.

La spada del suo canto chiuse il letto triste.

Tutto ebbe fine per sempre.


*


LE LORIOT


3 septembre 1939


Le loriot entra dans la capitale de l’aube.

L’épée de son chant ferma le lit triste.

Tout à jamais prit fin.


*


ALLA SALUTE DEL SERPENTE



I

Canto l’ardore dal volto di neonato, l’ardore disperato.


II

Tocca ora al pane di spezzare l’uomo, d’esser la bellezza del primo albeggiare.


III

Chi si fida del girasole non avrà da meditare in casa. Tutti i pensieri dell’amore diventeranno i suoi pensieri.


IV

Nel ghirigoro della rondine una tempesta s’informa, un giardino si costruisce.


V

Ci sarà sempre una goccia d’acqua per durare più del sole senza che l’ascendente del sole sia scosso.


*


A LA SANTÉ DU SERPENT



I

Je chant le chaleur à visage de nouveau-né, la chaleur désespérée.


II

Au tour du pain de rompre l’homme, d’être la beauté du point du jour.


III

Celui qui se fie au tournesol ne méditera pas dans la maison. Toutes les pensées de l’amour deviendront ses pensées.


IV

Dans la boucle de l’hirondelle un orange s’informe, un jardin se construit.


V

Il y aura toujours une goutte d’eau pour durer plus que le soleil sans que l’ascendant du soleil soit ébranlé.


*


RIDATE LORO…



Ridate loro ciò che in loro non è più presente,

Rivedranno il grano della messe chiudersi nella spiga e agitarsi sull’erba.

Insegnate loro, dalla caduta al volo, i dodici mesi del volto,

Vorranno bene al vuoto del cuore fino al desiderio seguente;

Giacché nulla fa naufragio o prospera nelle ceneri;

E chi sa veder la terra giungere a frutto,

per nulla lo commuove lo smacco anche se ha perso ogni cosa.


*


REDONNEZ-LEUR…



Redonnez-leur ce qui n’est plus présent en eux,

Ils revorront le grain de la moisson s’enfermer dans l’épi et s’agiter sur l’herbe.

Apprenez-leur, de la chute à l’essor, les douze mois de leur visage,

Ils chériront le vide de leur coeur jusqu’au désir suivant;

Car rien ne fait naufrage ou ne se plaît aux cendres;

Et qui sait voir la terre quoiqu’il ait tout perdu.


*


MATITA DEL PRIGIONIERO



Un amor la cui bocca è un marzo di nebbie

Sboccia e scompare.

Un cacciatore lo seguirà, un occhio all’erta, l’apprenderà;

E si odieranno entrambi; poi si malediranno in tre.

Gela di fuori, la foglia passa attraverso l’albero.


*


CRAYON DU PRISONNIER



Un amour dont la bouche est un bouquet de brumes

Éclôt et disparaît.

Un chasseur va la suivre, un guetteur l’apprendra;

Et ils se haîront tous deux; puis il se maudiront tous trois.

Il gèle au-dehors, la feuille passe à travers l’arbre.


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