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Poesia spagnola / Luis Buñuel


Luis Buñuel non ha mai stampato Il cane andaluso, la raccolta di poesie i cui componenti lirici vertebrano ciò che è stato il suo primo lavoro come regista cinematografico, il contometraggio praticamente omonimo Un cane andaluso. L’editore e libraio Juan Pablo Roa di Animal Sospechoso lo pubblica ora in Spagna con la curatela di Jordi Xifra.

Un’ottima occasione per paragonare linguaggi diversi e ricordare il saggio dell’indimenticabile autore de Il fascino discreto della borghesia (1972), l’esplicito Il cinema come strumento di poesia (1958), quando scrive: «Le fonti che ispirano il film sono quelle della poesia, liberata dal peso della ragione, della tradizione e della morale». Completa l’edizione una selezione di appassionate corrispondenze. Proponiamo al lettore italiano una piccola parte di questo lavoro, sapendo di dover escludere molti altri testi avvincenti: «Ho sentito all’improvviso un languore ecuatoriale. Un mantello di ermellino messo amorevolmente sulle spalle. Un calmarsi di tutte le viscere, fino a quel momento inquiete. Una sonnolenza. Una mano un’ala che si posa sulla fronte. E una voce eterna che dice: ora puoi morire. E ho sentito l’entrata della morte, della mia morte, che era come il primo sorriso di un bambino».

Le traduzioni sono di Alberto Pellegatta.


NON MI SEMBRA NÉ BENE NÉ MALE


Credo che a volte ci osservino

di fronte da dietro dai fianchi

certi occhi rancorosi di gallina

più temibili dell’acqua putrescente delle grotte

incestuosi come gli occhi della madre

morta sul patibolo

appiccicosi come un coito

come la gelatina che ingoiano gli avvoltoi


Credo di dover morire

con le mani affondate nel fango delle strade


Credo che se mi nascesse un figlio

rimarrebbe a guardare eternamente

le bestie che copulano al crepuscolo


*


STORIA DECENTE


Carmencita era molto docile. L’innocenza di Carmencita era proverbiale. Sua madre vegliava su di lei giorno e notte e innalzava davanti alla figlia le mura della sorveglianza contro i tranelli del mondo. La madre, quando Carmencita stava per compiere dodici anni, si mostrava già preoccupatissima. «Il giorno in cui mia figlia avrà le prime mestruazioni – pensava -, addio alla dorata innocenza.» Eppure riuscì a risolvere il problema. Quando vide per la prima volta Carmencita diventare pallida, uscì per strada come una pazza e tornò rapidamente con un grande mazzo di fiori rossi. «Prendi, prendi; oggi inizi a essere donna.» E Carmencita ingannata e contenta per quei meravigliosi fiori rossi si dimenticò di mestruare. Tutti i mesi, dodici volte all’anno, durante molti anni, Carmencita fu ingannata e preservata dalla meschina verità. Alle prime occhiaie premonitrici del 30 di ogni mese, sua madre le metteva in mano i fiori rossi.

Carmencita compì quarant’anni. Sua madre, ormai molto anziana, la chiamava ancora Carmencita, ma tutti la chiamavano signora Carmela. Un mese Carmencita non ebbe più le occhiaie e la madre le regalò un bouquet di fiori bianchi. «Prendi, sono gli ultimi che ti regalo, ormai hai smesso di essere donna.» Carmencita si arrabbiò. «Ma, mamma, non mi sono neanche accorta di ciò che sono stata». A questo punto la madre rispose: «Peggio per te». Quel bouquet bianco, ormai appassito, sfogliato, sparpagliato, secco, fu quello che misero sulla bara di Carmencita.



STORIA INDECENTE


La madre di Mariquita, quando giunse l’età critica, volle ingannare la figlia come la madre di Carmencita, e quando vide comparire occhiaie e pallore, le regalò un mazzo di rose rosse. Mariquita però era molto più sfacciata di Carmencita. Prese il mazzo, aprì la finestra, gettò i fiori ed ebbe le mestruazioni come Maruja, quella ragazza che tu, Peppino, hai visto in quell’indimenticabile concorso.


*


L’ARCOBALENO E IL CATAPLASMA


Quanti maristi stanno su una passerella?

Quattro o cinque

Quanti ottavi ha un tenore?

1.230.424

Queste sono domande facili


Un tasto è un pidocchio?

Prenderò il raffreddore tra le cosce dell’amante?

Il Papa scomunicherà le donne incinta?

Un agente di polizia sa cantare?

Gli ippopotami sono felici?

I pederasti sono marinai?

Anche queste domande sono facili?


Tra qualche istante arriveranno nella via

due salive per mano

conducendo una classe di bambini sordomuti


Sarebbe scortese se gli vomitassi un piano

dal mio balcone?


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