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Laboratorio di scritture e altre discipline

  • Immagine del redattoreRedazione

Proseguiamo con la riscoperta di titoli introvabili, ingiustamente dimenticati o semplicemente non ristampati. Questa settimana vi proponiamo l’Oscar delle Poesie scelte (1923-1966) di Giorgio Vigolo, a cura di Marco Ariani. Nato a Roma nel 1894, dove morì nel 1983, lirico per frammenti, studioso di Belli e traduttore di Hölderlin e Hoffmann, è stato tra le più giovani firme de «La Voce».










LA NOTTE


Alle nevi s’avventa il cane iroso

degli uragani e inghiotte le valanghe;

qui, dirupata ai teschi del maroso

la notte immensa mette le sue spranghe


alle porte d’aurora. E il vivo sangue

del dio reciso sopra il tenebroso

cippo del boia in un giacinto langue

a un filo d’orizzonte luttuoso…


*


ALLORA IL SUO CORPO


Allora il suo corpo s’innalzò

nel centro perfetto della stanza quadrata,

rimase sospeso.

Ma intorno a lui si formarono

cerchi d’immobili chiese,

campanili e organi

suonarono dai sotterranei.


La musica attraversò

le cataste pigiate delle ossa,

scosse la viola

nata sul ciglio della grotta

e tutta la cangiante marea

dei muschi respirati dalla terra.

*


PARLO CON L’ECO (1946-1947) / II

Una luce si stacca dalla luce,

un’immagine di lontano

mi viene incontro

nel sole degli alberi

variato d’ombre

come il pensiero che chiede,

che ancora non crede;

tanto dubita l’animo

quando la felicità s’avvicina

e teme di non riconoscerla.

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