GREGORIO SCALISE, L'IRA E I MOVIMENTI DEGLI UOMINI
Gregorio Scalise, poeta italiano nato a Catanzaro nel 1939 e residente a Bologna, dove insegna all’Accademia d’Arte. Ha esordito negli anni Sessanta con plaquettes pubblicate in ambito sperimentale, nelle edizioni Geiger di Adriano Spatola: A capo (1968) e L’erba al suo erbario (1969). Una sua apparizione decisiva è del 1975, quando assume una posizione di netto rilievo nell’antologia Il pubblico della poesia, curata da A. Berardinelli e F. Cordelli, con l’inserimento del suo poemetto I segni, uno dei suoi esiti migliori, ripreso nel volume La resistenza dell’aria (1982). Dopo La resistenza dell’aria si segnalano altre raccolte come Gli artisti (1986), Danny Rose (1989) e i più recenti La perfezione delle formule (2000) e Nuovi segni (2018). È anche autore di drammi e di opere saggistiche come Bruciapensieri, Ma cosa c’è da ridere e Talk-show.
GUERRE
1.
Quella fine acquisterà un significato
se nella notte
conquisterà reperti
e indicazioni di memorie:
malumore dei vestiti
dipinti nella lingua,
forse verranno indicati
altri luoghi
di corporeità e destino
ma è pur sempre l’anima
che è chiamata a decidere
se è venuto il momento
di restituire
tutte quelle vessazioni.
*
2.
Senza colore vanno quelle
venature del legno
le hanno viste gli uccelli
stagionali
che una volta riempivano il cielo
come virgole e nuvole sfaldate
ed è stato gridato
che la magia non terminerà mai
con quel fuoco di ali
nei colori che la ispirano,
si può sperare
che arrivino nuove idee
eppure sembra che nulla
possa esistere
se non l’arcaicità o il silenzio.
Questo accade
quando gli uomini, misteriosamente,
non vogliono.
*
3.
1944, è ancora primavera
le ombre passano attraverso i muri
e le rocce
come se fosse un racconto
e se di notte il mondo si svegliasse
con presenze che parlano
lungo quei fili
dove si appendono sintesi incomplete.
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