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Immagine del redattoreRedazione

Laboratorio inediti / Davide Lucantoni


In questa terza puntata della nostra rubrica dedicata alle nuove voci della poesia italiana, presentiamo quattro testi inediti di Davide Lucantoni. Nato a Sant’Omero, in provincia di Teramo, nel 1992, l’autore vive a Tortoreto. Ha studiato Economia all’Università Politecnica delle Marche e nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, Eccesso di forma (Arcipelago Itaca). Le poesie che pubblichiamo su Doppia esposizione fanno parte di una raccolta inedita intitolata Mem. Dalla esplicita citazione dei maestri (un bene rifugio in tempi di appiattimento culturale) alla cura per il verso, si intuisce una personalità in formazione ma già solidamente consapevole delle possibilità offerte dal linguaggio poetico. Continuate a mandarci i vostri testi all’indirizzo taut@tauteditori.it



L’UOMO PERSONIFICATO V

Appena uscito dal negozio di scarpe

raccoglie le sue buste e si rimette in viaggio.

Procede verso il centro della Zona

industriale di porto Sant’Elpidio, prosegue

guardando le stelle che cadono e

«tremano in modo inquietante»

desidera solo di avverarsi

e così si esprime

*

Il contapassi appeso alla cintura infatti

non tiene mai conto della direzione ma

fornisce una misura abbastanza accurata

della distanza, del tempo che passa

e quanto di sé brucia in un passo,

spesso però conta come passi

anche altri movimenti - tipo

allacciarsi le scarpe, accasciarsi

e morire;

o anche i movimenti degli altri.

*

XII. L’APPESO

Pende appeso a un ramo del suo albero

genealogico, come tutti, ma deciso a

diventare una metafora del guardare

le cose da una prospettiva capovolta,

si prende alla lettera:

mentre stava lì gli hanno chiesto allora

com’è la vita rovesciata, lui s’è messo

a ridere e ha risposto morendo poi

si è alzato un po’ di vento

non sapevano se tenerlo fermo,

seguire l’indicazione, se fosse

parte del gioco: non sapevano

per chiudergli la giacca

da che bottone

*

XVIII

…ero segnato nella «Schiera», nel novero

dei cavalieri in cerca della Torre Scura,

e adesso la cosa migliore sembrava fallire come loro,

con questo solo dubbio, se ero all’altezza.

Robert Browning

Finalmente alla torre scura,

dove ammutoliscono le vie dei canti

e il tempo si trasforma in spazio.

La vista assorbe dal nero qualche forma

di splendore, ma non si abitua.

Lo aspettano dentro i mediocri e i deboli

i malriusciti, torneranno solo

i propri passi.

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