Lorenzo Pataro è nato a Castrovillari nel 1998 e vive a Laino Borgo, in Calabria. Frequenta il terzo anno di Lettere Moderne all’Università degli Studi di Salerno. Nel giugno 2018 è stata pubblicata la sua prima raccolta, Bruciare la sete (Controluna), finalista al Premio Poesia Solstizio. Suoi testi sono stati pubblicati su riviste come «Atelier», «Poetarum Silva», «YAWP», «Critica Impura», «Pioggia obliqua», «Poesia del nostro tempo» e «La tigre di Carta», ma anche nella «Bottega di poesia/Repubblica» di Maurizio Cucchi. Le tre poesie che proponiamo, compatte e disinvolte, provengono da una raccolta inedita, ancora in formazione.
Come se ci si potesse spogliare
della pelle per guardare
gli organi pulsarti,
mia dipendenza,
ti percorro le dita
con cui mi scrivi la pena
dietro la schiena.
Non sai che ho disimparato l’alfabeto
da quando hai ricoperto di aritmetica gialla
la ferita del parto che mi ha dato
un figlio nato già morto vivo
nell’urna del tuo piacere:
e lì brucia come piscio
in un pannolino da cambiare.
*
Il male del corpo è questa carne buona
che vuole la carne infetta,
una striscia di pelle scorticata da bere tutta.
Ci piove nel grembo il seme di un morto,
lo stomaco è in gola, ha fame di fuoco,
ma in fondo è solo il gioco di sempre,
restiamo a dormire ancora un poco
come fosse una cosa da niente.
*
Aprire gli occhi al buio.
Di questo hai paura mia luce
soffusa tra le dita, ferita
incandescente che non piangi?
Ma tu piano cammina, conta fino
a zero, la bestia sale dalle scale
muta, non muta piano,
non sbaglia piano,
è già sulla porta questa volta,
tu piano cammina, conta fino
a zero, io ti apro lieve la mano,
tu ti specchi vera nel vero,
ti rifletti libera in cielo.
Comments