Eleonora Finkelstein è nata a Mar de la Plata, in Argentina, da una famiglia di origini italiane, ma vive da tempo in Cile, dove dirige la prestigiosa rivista «Aerea» e la casa editrice RIL. Ha pubblicato diverse raccolte in versi: Hamlet y otros poemas (1997), Las naves (2000), Delitos menores (2004), Grandes inventos (2017), Todo se transforma (2017, tradotto in italiano nel 2019 per le edizioni Fili d’Aquilone) e Partes del juego (2018). La sua poesia, sorprendente e raffinata, di frizione, prossima e verticale, si conferma come una delle più interessanti del panorama contemporaneo in lingua spagnola. I testi che proponiamo sono tradotti da Alberto Pellegatta.
BAMBINI / 2
A quel tempo baciai due donne
le uniche di tutta la mia vita
(eravamo solo bambine),
si chiamavano Blanca e Inmaculada.
- Una delle due affermazioni precedenti è falsa -.
E poi, per andare a tempo
ho avuto un fidanzato gay molto bello.
Un artista tragico, il più bello.
I suoi occhi erano verdi
e aperti come laghi.
Si chiamava Bautista (che nome)
e trafficava acqua benedetta.
- Una delle due affermazioni precedenti è vera -.
Mi adorarono, ma non fu mai sufficiente.
Piansero per me. Chiesero
la salvezza del mio corpo (o della mia anima?).
Lui, come prova del suo amore, passò la notte intera
a accarezzarmi le braccia distrutte.
- Tutto ciò che affermo è vero e falso allo stesso tempo -
*
NIÑOS / 2
Por aquel tiempo besé a dos mujeres
las ùnicas de toda mi vida
(éramos sòlo niñas),
Blanca e Inmaculada se llamaban.
- Una de las dos afirmacione anteriores es falsa -
También, para andar a su ritmo,
tuve un novio gay tan guapo.
Un artista tràgico, el màs guapo.
Sus ojos eran igual de verdes
y abiertos como lagos.
Bautista se llamaba (vaya nombre)
y andaba traficando agua bendita.
- Una de las dos afirmaciones anteriores es verdadera -.
Me adoraron, pero nunca fue suficiente.
Ellas lloraron por mì. Pidieron
por la salvacion de mi cuerpo (o de mi alma?).
Él, como preuba de su amor, pasò una noche entera
acariciàndome los brazos destrozados.
- Todo lo que afirmo es verdadero y falso al mismo tiempo -
*
I SOGNI DELLA RAGIONE
Dopo tanti anni passati a consolare i bambini
(quelli di adesso, quelli che siamo stati).
«È un brutto sogno, lavati la faccia,
non piangere, non tremare».
Sembra di sì, sono sempre esistiti
ma raramente li chiamano per nome.
Guarda, è un argomento difficile
non possiamo ancora controllarli:
escono dai guardaroba, dal cielo aperto
del salone presidenziale, ti aspettano nel bagno,
e nelle sale da conferenza,
dietro le porte dove gli squilibrati
si sussurrano barzellette sporche all’orecchio e ridono
con una risata simile alla nostra.
Raramente li chiamiamo con il loro nome ma sono sempre lì:
sotto il letto e sui carri armati.
Sugli aerei che distribuiscono la loro propaganda elettorale.
Ti ho preso! Ti ho preso! Ti ho preso! Ho preso l’obbiettivo giusto:
il tuo paese, la tua città, il tuo vicinato, la tua casa, i tuoi figli,
la tua carne, le tue ossa, il tuo amore, le tue cellule madre.
Ahi, la pirotecnica nelle loro teste
è qualcosa che non lascia dormire nessuno.
Guarda i suoi occhi, i suoi modi non sono certo di questo mondo.
Prendono le donne, assassinano il fratello
come in un brutto film degli anni ‘70.
In maniera sofisticata.
Fanno cose anche peggiori
e non è che non siano stati educati. No.
Ritornano carichi
disposti a farci esplodere appena possono
in milioni di semi-civilizzati semianalfabeti
semi-coscienti semi-produttivi semi-aridi
semi-integrati semi-disintegrati semidei semi-imbecilli
semiotici semitici e antisemiti a pezzi.
Farci scoppiare appena possono
appena ci siano le condizioni e si inclini la bilancia.
Non so se sono pazzi né per chi lavorano.
Sembra che l’ONU abbia poco a che vedere con tutto ciò.
Non è neppure ancora chiaro
che sia in mano di qualcuno questo affare
o se già ci è scappato il fuoco da un bel po’.
Giocano e si divertono e si sentono importanti e pensano
alla loro opera, alla loro faccia sulle banconote, al loro passaggio nel mondo
e alle loro “impronte” perché preferiscono questo tipo di retorica.
(Ahi, la magniloquenza nelle loro teste
è qualcosa che non lascia respirare). Hanno
un’idea contorta della patria e di alcuni argomenti molto sacri.
Per loro il mondo è sempre un problema. Non coincide mai
esattamente con quello che immaginano perfetto, impeccabile,
buono nei loro crani blindati.
Vivono come noi i vivi, i loro futuri morti.
Perché l’amore e il nulla, la bellezza e l’orrore vibrano
sulla stessa corda. E se i mostri della ragione sono sempre lì
è per ricordarci che potremmo
sempre essere migliori o peggiori.
Nel loro modo anomalo sono artisti, li conosco,
si lasciano trasportare, non rispettano le regole,
maneggiano una fottuta quantità di giustificazioni.
So di cosa parlo. Esistono, ok.
Ma è molto meglio accendere la luce
e non averne paura.
*
LOS SUEÑOS DE LA RAZÓN
Después de tantos años consolando a los niños
(a los de ahora, a los que fuimos). «Es un mal sueño, lávate la cara,
no llores más, no tiembles». Resulta que sí, existieron siempre
pero rara vez los llamamos por su nombre.
Mira, es un asunto difícil
aún no podemos controlarlos: salen de los roperos, del cielo abierto del salón presidencial, te esperan en el baño,
y en las salas de conferencias,
detrás de las puertas donde los desequilibrados
se susurran bromas sucias al oído y ríen
con una risa parecida a la nuestra.
Rara vez los llamamos por su nombre pero siguen ahí: debajo de la cama y en los tanques.
En los aviones repartiendo su propaganda electoral.
¡Te di! ¡Te di! ¡Te di! Acerté justo en el blanco:
tu país, tu ciudad, tu vecindario, tu casa, tus hijos,
tu carne, tus huesos, tu amor, tus células madre.
Ah, la pirotecnia en sus cabezas
es algo que no deja dormir a nadie. Mira sus ojos, sus ademanes no son del todo de este mundo.
Agarran a las mujeres por ahí, asesinan a su hermano
como en una mala película de los 70.
Sofisticadamente.
Hacen cosas todavía peores
y no es que no les hayan enseñado. No.
Regresan recargados dispuestos a hacernos estallar en cuanto puedan
en millones de semicivilizados semialfabetizados
seminconscientes semiproductivos semiáridos
semintegrados semidesintegrados semidioses semimbéciles
semióticos semíticos y antisemíticos pedazos. Hacernos estallar en cuanto puedan
en cuanto se den las condiciones y se incline la balanza.
No sé si están tan locos ni para quién trabajan.
Parece que la ONU tiene poco que ver en todo esto. Ni siquiera queda claro todavía
que esté en manos de alguien este asunto
o ya se nos escapó el fuego hace un buen rato.
Juegan y se divierten y se sienten importantes y piensan
en su obra, en su cara en los billetes, en su paso por el mundo
y en sus "huellas" porque prefieren ese tipo de retórica.
(Ah, la grandilocuencia en sus cabezas
es algo que no deja a nadie respirar). Tienen una idea retorcida de la patria y de algunos asuntos muy sagrados.
Siempre el mundo es un problema para ellos. Nunca calza
exactamente con lo que imaginan perfecto, impecable,
bien desde sus cráneos blindados.
Viven igual que nosotros los vivos, sus futuros muertos.
Porque el amor y la nada, la belleza y el horror vibran
en la misma cuerda. Y si los monstruos de la razón siguen ahí
es para recordarnos que siempre
podríamos ser mejores o peores.
A su manera anómala son artistas, los conozco,
se dejan llevar, no respetan las reglas,
manejan una jodida cantidad de justificaciones.
Sé de lo que hablo. Existen, ok.
Pero es mucho mejor encender la luz
y no tenerles miedo.
*
SAME OLD SHIT O LE DROGHE BUONE
Niente qui dentro
è in discussione.
Questa testa è la mia patria.
Tutta mia, completa,
con ciò che ha dentro.
Può essere che abbia qualche problemino:
certe bestie in agguato
dei fantasmi familiari
che sussurrano oscenità.
E il solito: ansia, insonnia,
voglia di non muovere neanche una cellula
e sdraiarmi a dormire, tacere.
Quella tristezza a bassa frequenza.
Ma si fermi, per favore,
a pensare un po’ a tutto questo:
finisce. E finisce
nella maniera peggiore:
mi riferisco alla vita, all’amore,
a ognuna delle cose
per cui potremmo morire.
Che paradosso.
E la cosa peggiore: nulla ci garantisce
che finisca con la morte o sia tutto,
né che continui il sogno come dicono
i deliranti, i sacerdoti, i poeti.
Questo genere di gente.
Ma, andiamo, nessuno sa
perché è qua, né per che cosa.
È orribile, no?
Più di ciò che si
può sopportare per varie decadi.
Le pare che un po’ di ansia,
di insonnia, eccetera,
sia una gran cosa?
E non mi venga con giri di parole.
Niente qui dentro
è in discussione, ho detto.
Questa testa è la mia patria.
Tutta mia.
La smetta di speculare sulle soluzioni,
con bugie terapeutiche.
Questo non ha niente a che vedere
con mio padre, con mia madre.
La smetta di chiedere
che non c’è risposta,
e una volta per tutte.
Faccia qualcosa per me. Qualcosa di freddo, sintetico.
Cento per cento efficiente mentre dura.
*
SAME OLD SHIT O LAS BUENAS DROGAS
Nada de aquí adentro
está en disputa.
Esta cabeza es mi patria.
Toda mía, completa,
con lo que trae adentro.
Puede que tenga algunos problemitas:
ciertas bestias al acecho
unos fantasmas familiares
que suelen susurrar obscenidades.
Y lo típico: ansiedad, insomnio,
ganas de no mover más ni una célula
y acostarme a dormir, callar.
Esa tristeza de baja frecuencia.
Pero deténgase, por favor,
a pensar un poco en todo esto:
se acaba. Y se acaba
de la peor manera:
me refiero a la vida, al amor
a cada una de las cosas
por las que podríamos morir.
Qué paradoja.
Y lo peor: nada nos garantiza
que esto pare con la muerte y sea todo,
ni que continúe el sueño como dicen
los delirantes, los sacerdotes, los poetas.
Esa clase de gente.
Pero, vamos, ninguno sabe
por qué está acá, ni para qué.
¿Es algo horrible, no?
Más de lo que alguien
puede soportar por varias décadas.
¿Le parece que un poco de ansiedad,
de insomnio, etcétera,
es la gran cosa?
Y no me venga con vueltas.
Nada de aquí adentro
está en disputa, dije.
Esta cabeza es mi patria.
Toda mía.
Deje de especular con soluciones,
con mentiras terapéuticas.
Esto no tiene nada qué ver
con mi padre, con mi madre.
Deje de preguntar
que no hay respuesta,
y de una vez por todas,
haga algo por mí. Algo frío, sintético.
Cien por ciento eficiente mientras dure.
*
MARIANNE MOORE O IL LABORATORIO
Lady Em.
di cosa potrei parlare
io a lei?
Piccola porcellana che ha
la facoltà di invecchiare.
Vedo tra i suoi oggetti personali
(per cercare un tema di conversazione)
reti di farfalla, un acquario e perfino
coltivazioni idroponiche da balcone.
Ornitologi, entomologi e cineasti.
Binocoli, bilance, monete,
uno scettro, un paravento, una lumaca.
Cos’è tutto questo, per Dio?
E io così maldestra
romperò qualcosa appena mi muovo
appena respiro, anche se pensassi appena.
Se rido, addio agli specchi.
Confesso, Lady Em, non ho buone maniere, e poi
mi infastidiscono tutte le cose. Mi pesano.
Perfino le lettere d’amore, perfino le fotografie.
Tutto mi pesa tanto.
*
MARIANNE MOORE O EL LABORATORIO
Lady Em.
¿De qué podría hablarle
yo a usted?
Pequeña porcelana que tiene
la facultad de envejecer.
Veo entre sus pertenencias
(como para buscar conversación)
redes de mariposa, una pecera y hasta
cultivos hidropónicos en el balcón.
Ornitólogos, entomólogos y cineastas.
Binoculares, balanzas, monedas.
un báculo, un biombo, un caracol.
¿Qué es esto, por Dios?
Y yo tan torpe
romperé algo apenas me mueva
apenas respire, aun apenas piense.
Si río, adiós a los espejos.
Confieso, Lady Em, no tengo modales, además
me fastidian las cosas. Me pesan.
Hasta las cartas de amor, hasta las fotografías.
Todo me pesa tanto. *
CONCLUSIONE O IL FUTURO È UN VECCHIO CADAVERE / 2
Da parte mia, procedo costante ma un po’ sperduta.
So già che mi prendo rischi inutili:
ridicoli, eroici, volgari.
Nessuno è perfetto perché sono ancora qui,
quando avrei dovuto morire secoli fa
insieme ai miei antenati.
Ma ancora mi piace parlare di etica, dei greci,
dei beat, di cucinare come mia nonna e delle erbe fresche.
Sicuro è che sono sempre quella che cammina sui cornicioni,
riesci a vedermi, a sentirmi?
Riesco a vederti, a sentirti?
Mi dico, avanti, avanti,
e mi impegno alla sola idea che l’intensità
finisca per illuminare bene il cammino.
Ma sono passati tanti anni
da quel tempo che chiamavamo “futuro”.
Allora credevamo, e lo avremmo giurato,
che il mondo si potesse ancora aggiustare.
*
CONCLUSIÓN O EL FUTURO ES UN VIEJO CADÁVER / 2
Por mi parte, voy constante pero un poco perdida.
Ya sé que tomo riesgos inútiles:
ridículos, heroicos, vulgares.
Ninguno perfecto porque sigo aquí,
cuando debí haber muerto hace siglos
junto a mis antepasados.
Pero todavía me gusta hablar de ética, de los griegos,
del beat, de cocinar como mi abuela y de las hierbas frescas.
Lo cierto es que soy siempre la que anda en las cornisas,
¿me alcanzas a ver, a escuchar?
¿te alcanzo a ver, a escuchar?
Me digo, adelante, hacia adelante, y me aplico a la sola idea de que la intensidad
termina por alumbrar bien el camino.
Pero ya han pasado tantos años
desde aquel tiempo que llamábamos “futuro”. Por entonces creíamos, y lo habríamos jurado,
que el mundo aún tenía arreglo.
Comments