Poesia italiana / Vincenzo Cardarelli
- Redazione

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Proseguiamo con la riscoperta di edizioni introvabili per stimolare gli editori alle ristampe e alla qualità. Vincenzo Cardarelli (Tarquinia 1887 – Roma 1959) è stato uno dei più importanti poeti d’area romana degli ultimi decenni, autore, tra gli altri, di Prologhi (1916), Favole e memorie (1925), Il sole a picco (1929), Parole all’orecchio (1929), Giorni in piena (1934), Poesie (1936-1942), Il cielo sulle città (1939), Lettere non spedite (1946), Villa Tarantola (1948) e Viaggio di un poeta in Russia (1954). Collaborò con giornali e riviste e dal 1949 diresse «La Fiera Letteraria». Ancora in tempi futuristi, il suo modello esplicito fu Leopardi.
I testi che proponiamo provengono dall’edizione mondadoriana delle Poesie, uscita prima nella collezione dello Specchio (1942) e poi negli Oscar (1960).
GABBIANI
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
*
ABBANDONO
Volata sei, fuggita
come una colomba
e ti sei persa là, verso oriente.
Ma son rimasti i luoghi che ti videro
e l’ore dei nostri incontri.
Ore deserte,
luoghi per me divenuti un sepolcro
a cui faccio la guardia.
*
E ora, in queste mattine
così stanche
che ho smesso di chiedere e di sperare,
e tutto il giardino è per me,
per il mio male sontuosamente,
penso agli amici che mai più rivedrò,
alle cose care che sono state,
alle amanti rifiutate,
ai miei giorni di sole…
*
Ispirazione per me è indifferenza.
Poesia: salute e impassibilità.
Arte di tacere.
Come la tragedia è l’arte di mascherarsi.
*
La speranza è nell’opera.
Io sono un cinico a cui rimane
per la sua fede questo al di là.
Io sono un cinico che ha fede in quel che fa.





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