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Poesia italiana / Bartolo Cattafi

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 14 set
  • Tempo di lettura: 1 min


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Per proseguire con le letture di poeti ingiustamente trascurati, proponiamo una manciata di testi di Bartolo Cattafi (Barcellona Pozzo di Gotto 1922 – Milano 1979), dal momento che Mondadori non ne ha più ristampato i titoli, lasciando che l’opera omnia venisse proposta da Le Lettere nel 2019.

Le presenti poesie provengono dall’edizione Oscar del 1978, a cura di Giovanni Raboni, intitolata Poesie scelte (1946-1973).



Amare le more

e le loro macchie

è un punto d’onore

alla fine d’agosto

quando sulla camicia

quasi non c’è più posto

per le stampe gentili

cominciate in aprile.


*

ROSA


Più s’incupisce il fogliame

più i giorni si fanno corti

più si entra nel buio

più spicco avrai

rustica rosa

bianca contadina

idea malformulata

ma forte.


*


Se mi venite di sotto

con l’aria di niente

zufolando

v’inciprio di farina

v’inondo d’olio bollente

vi sbianco l’occhio

v’indoro la pelle

pesciolini fritti.


*


C’ENTRA IL CREPUSCOLO


Chi di colori d’intende

e di pagine scure

ritagliate compatte dall’inchiostro

alle tristi finestre s’affaccia

tasta smorte pareti come un cieco

c’entra il crepuscolo

livido e bieco nelle sue misture.


*


In un gelido inizio di novembre

apparve appena

rigido e stretto

quasi latente nell’ombra

arnese occultabile tra pieghe

livido figlio d’oblique officine

a quel tipo d’oggetto i cuori danno

sovente di piglio con nequizia.


*


ARGENTO


Si paga un argento tagliente

di timbro acuto

di stampo abbagliante

come un tipo di morte

su certi bianchi

tra vacue nuvole

statue sorridenti.


*


PIANURA


Percorrila a piedi la pianura

è deserta ormai fuori d’uso

le mille porte non sono mai chiuse

c’è chi ti guarda da una fessura.


 
 
 

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