Poesia italiana / Oana Pughineanu
- Redazione
- 25 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 26 mag

Oana Pughineanu è nata in Romania e ha studiato a Roma. È redattrice della rivista culturale «Tribuna» di Cluj-Napoca. Un suo racconto, Il cortile sul retro, è stato selezionato nel 2020 al Concorso 8x8 Oblique Studio. Le poesie che proponiamo provengono dalla raccolta d’esordio Bilanciamento del bianco (Fallone 2024). I primi tre testi provengono dalla raccolta mentre l’ultimo è un inedito che l’autrice regala ai nostri lettori.
KENDALL
«concentrati sulla respirazione»
mi dice l’amico in cerca di armature per passeggiare nel quartiere.
Il mio respiro è un carnevale
un sacco di lattine cadute davanti al cassonetto
«no, non devi ascoltarla
ma entrarci»
allora dico
la mia respirazione è lunga come le gambe di kendall jenner
*
A VOLTE MAMMA RESPIRA
a volte mamma respira ogni 5-6 secondi
è così magra che si vede il cuore che batte
sembra un criceto che vuole scappare
ma fuori si sta male
è vero che fuori c’è il sole
ci sono fiori, gatti e dolci
ma sono fuori
*
DUE COSE
le cose più tristi che ho visto nella vita sono le mani di mamma, nere, bucate, anoressiche, riempite con vitamine inutili invece che di morfina. nei paesi cristiani come il nostro, si comincia con il fentanyl e si finisce con la morfina. perché il paziente non deve avere la coscienza alterata. deve sentire tutto quello che dio gli manda. tutto quello che i suoi fottuti parenti vogliono dirgli. nel resto del mondo si comincia con la morfina e si finisce con l’infarto da fentanyl. dio ha un reflusso gastrico, una crisi di bile e deve vomitare tutto quello che non ha potuto mandare giù. l’altra cosa triste è una poltrona come quelle del mall, quelle che tremano per farti stare bene. è stata spedita dalla spagna in romania da una signora di 70 anni che ha fatto per 30 anni la babysitter non stop. con i suoi risparmi ha comprato quella poltrona. lei è ancora in spagna
*
ANCHE SE FOSSE NON POTREBBE ESSERE
la città che non si sveglia mai
ci nutre ogni giorno
come un cadavere nutre una colonia di Firmicutes
sempre la stessa cosa
il vecchietto sul balcone
il cane con la giacchetta strana
l'autobus che non si ferma mai al posto giusto
sempre un po’ più avanti o indietro rispetto al volto che voglio fotografare
il sole colore finestra sporca
l'ultimo fan rock&roll con l'ultima coda lunga di capelli intrecciati
espulso nel quartiere nuovo,
vicino alla fabbrica di pizza dove non si può mangiare
meno di un chilo di quattro stagioni insieme ai corvi più intelligenti
la morte di una vera produzione narrativa
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