
Per continuare con i libri ingiustamente trascurati, dimenticati, o da tempo non ripubblicati, proponiamo alcune poesie dalle traduzioni di Francesco Tentori Montalto, uscite per Lerici nel 1962. Parliamo di un gigante della poesia universale, Luis Cernuda (Siviglia 1902 - Mexico D. F. 1963).
Appartenente alla luminosa Generazione del ‘27, ha scritto Profilo dell’aria (1927), Egloga, elegia e ode (1928), Un fiume, un amore (1929), I piaceri proibiti (1931), Invito alla poesia (1933), Dove abita l’oblio (1934) e Invocazioni (1935). Durante la Guerra civile ha vissuto in esilio in Inghilterra, dove ha terminato Le nubi (1940), Ocnos (1942), Come chi aspetta l’alba (1943) e Vivere senza star vivendo (1944). Nel ‘47 si è trasferito negli Stati Uniti per insegnare Lingua e letteratura spagnola.
In Messico vedono la luce le ultime raccolte: Variazioni su tema messicano (1952), Poesie per un corpo (1957) e Desolazione della Chimera (1962).
È TARDI
Tra gli ultimi germogli
la rosa non pare strana,
né l’allodola al levarsi
bada se il sole ritarda,
o il grappolo tardivo
guarda se è secca la vite.
Ma il tuo affetto nuovo pensa
terminata la stagione.
Se l’allodola cantando
abita sempre il mattino
e il grappolo e la rosa
sempre colmano lo sguardo,
non pensare, dunque, tu
che sia tardi. È stato mai
tardi per l’odore e il succo
e lo svolare d’un’ala?
Forza le porte del tempo,
amore che tardi chiami.
*
HACIÉNDOSE TARDE
Entre los últimos brotes
la rosa no se ve rara,
ni la alondra al levantarse
atiende a que el sol retrasa,
o el racimo ya tardío
cuida si es mustia la parra.
Pero tu cariño nuevo
la estación piensa acabada.
Pues la alondra con su canto
siempre puebla la mañana
y la rosa y el racimo
siempre llenan la mirada,
entonces, deja, no pienses
en que es tarde. ¿Hubo tardanza
jamás para olor y zumo
o el revuelo de algún ala?
Fuerza las puertas del tiempo,
amor que tan tarde llamas.
*
DESIDERIO
Per il campo tranquillo di settembre,
dal pioppo giallo talora una foglia,
come una stella rotta,
girando al suolo viene.
Così l’anima ignara,
Signore delle stelle e delle foglie,
passasse, accesa ombra,
dalla vita alla morte.
*
DESEO
Por el campo tranquilo de septiembre,
del álamo amarillo alguna hoja,
como una estrella rota,
girando al suelo viene.
Si así el alma inconsciente,
Señor de las estrellas y las hojas,
fuese, encendida sombra,
de la vida a la muerte.
*
GIARDINO ANTICO
Ritornare al giardino chiuso,
che dietro gli archi del suo muro,
tra le magnolie de i limoni,
serba l’incanto delle acque.
Udire ancora nel silenzio,
popolato di trilli e foglie,
il sussurro caldo dell’aria
dove le anime antiche vagano.
Rivedere il cielo profondo
lontano, la torre slanciata,
fiore di luce sulle palme:
le cose tutte sempre belle.
Sentire ancora, come un giorno,
la spina acuta del desiderio,
mentre la gioventù trascorsa
torna. Sogno di un dia senza tempo.
*
JARDÍN ANTIGUO
Ir de nuevo al jardín cerrado,
Que tras los arcos de la tapia,
Entre magnolios, limoneros
Guarda el encanto de las aguas.
Oír de nuevo en el silencio
Vivo de trinos y de hojas,
El susurro tibio del aire
Donde las almas viejas flotan.
Ver otra vez el cielo hondo
A lo lejos, la torre esbelta
Tal flor de luz sobre las palmas:
Las cosas todas siempre bellas.
Sentir otra vez, como entonces,
La espina aguda del deseo,
Mientras la juventud pasada
Vuelve. Sueño de un dios sin tiempo.
*
Aspettai un dio ai miei giorni
per creare la mia vita a sua immagine,
ma amore, come l’acqua,
scorrendo porta affanni.
Nelle sue onde mi sono obliato;
il corpo vuoto, mi scontro alla luce;
vivo e non vivo, morto e non morto;
né terra né cielo, né corpo né spirito.
Son eco di qualcosa;
le mie braccia la stringono de è aria,
i miei occhi la vedono de è ombra,
le mie labbra la baciano de è sogno.
Ho amato, più non amo;
ho riso, ora non rido.
*
Esperé un díos en mis días
Para crear mi vida a su imagen
Pero el amor es un agua
Que arrastra afanes al paso
Me he olvidado a mí mismo en esas ondas
Vacío el cuerpo doy contra las luces
Vivo y no vivo muerto y no muerto
Ni tierra ni cielo ni cuerpo ni espíritu
Soy eco de algo
Lo estrechan mis brazos siendo aire
Lo miran mis ojos siendo sombra
Lo besan mis labios siendo sueño
He amado ya no amo más
He reído tampoco río.
Comentarios